lunedì 25 novembre 2013

NON SO NIENTE DI TE - Paola Mastracola

Ognuno di noi viene caricato dalle persone che lo circondano di aspettative. I nostri genitori, gli amici, il partner, ma anche noi stessi. Molti si adattano a queste aspettative, cercano di assecondarle, spesso perchè riflettono quello che effettivamente si desidera, spesso per una questione di adattamento, perché sarebbe difficile fare altro e scontentare qualcuno. Queste situazioni sono le più difficili, sono quelle che generano insoddisfazione e infelicità. Ed è proprio di una situazione di questo tipo che ci racconta la Mastracola nel suo ultimo romanzo. Protagonista è Fil, giovane di successo, laureato con lode e con un dottorato in economia. Fil, però non è contento, non si trova nei ritmi frenetici che il successo nel mondo del lavoro gli richiede. Odia essere sempre connesso, sempre rintracciabile, si sente come se gli stessero rubando il tempo. Decide quindi di mollare tutto rintanandosi nelle colline scozzesi. Ma come comunicarlo ai propri genitori, come poter dare loro un dispiacere così grande? Semplicemente non dicendolo. Ma non può durare, ed è proprio il percorso di scoperta di questa verità da parte della famiglia di Fil, il filo conduttore di Non so niente di te. E' un libro profondo pieno di spunti di riflessioni. Ma non per questo noioso o di difficile lettura, anzi in certe parti risulta quasi essere comico, leggero, quella leggerezza che ci porta a riflettere senza neanche accorgene. E la Mastracola ci da veramente di che riflettere, sotto diversi punti di vista. Chi è genitore viene spinto a riflettere su quanto si conoscano veramente i propri figli, i loro desideri e le loro aspettative. Da figli invece ci si pone il problema di come gestire le ambizioni della propria famiglia, facendole convivere con quella che è la propria strada. Per quanto mi riguarda il tema che più mi ha colpito, forse perchè mi ci ritrovo un pò, è quello relativo al tempo e agli sforzi che compiamo per raggiungere un obiettivo, sia esso nostro o impostoci dalla società. Spesso lo sforzo è talmente alto da non permetterci di vivere tutto quello che ci accade intorno nel mentre, tutti concentrati sull'arrivare. Ma quante energie spesso si sprecano, e siamo proprio certi che una volta raggiunto il traguardo saremo veramente contenti e soddisfatti o non ci resterà la sensazione di esserci persi qualcosa?

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domenica 17 novembre 2013

UN AMORE PIU' FORTE DI ME - María Dueñas

La reazione più normale di fronte alla sofferenza è fuggire. Allontanarsi il più possibile da ciò che è causa del nostro dolore, come a cercare di ricominciare a scrivere la nostra storia da una pagina bianca, che non si porti dietro tutto quello che c'è stato prima. Un amore più forte di me di María Dueñas, è la storia di una fuga, non alla ricerca di se stessi, ma per dimenticare quello che è stato. Blanca, la protagonista, è una affermata docente universitaria spagnola a cui vengono meno tutte le sue certezze quando scopre che il marito da cui si è da poco separata sta per avere un figlio da un’altra donna. Di fornte a questa situazione di estrema sofferenza che la porta ad interrogarsi sul suo essere donna e su tutta la sua vita passata, decide di fuggire accettando una strana borsa di studio per una piccola università californiana in cui seguire le ricerche su uno sconosciuto docente di origini spagnole. Qui dapprima si getterà a capofitto nel lavoro in maniera ripetitiva e senza partecipazione come per creare una sorta di alienazione anestetica, ma poco per volta spinta dalla sua curiosità a conoscere ciò che gli sta intorno si aprirà nuovamente alla vita. La trama non è cert più delle originali al limite dello scontato, ci sono però alcuni elementi che danno un pizzico di originalità e che rendono la lettura piacevole. Innanzitutto i diversi salti temporali che l'autrice fa per seguire i diversi protagonisti nei momenti cruciali e formativi della loro vita. Ci troviamo così portati dall'autrice nella spagna moderna e attuale, nell'assolata California di questi anni, ma soprattutto veniamo condotti nella spagna franchista e post franchista e negli Stati Uniti anni 50. E proprio questi salti temporali permettono all'autrice spagnola di far riflettere sul suo paese e sul percorso intrapreso. Tema centrale del romanzo non è tanto la storia di rinascita della protagonista, ma l'importanza della storia, della cultura e dell'identità spagnola, che soprattutto all'estero viene spesso dimenticata e sottovalutata. Un altro elemento estremamente positivo è lo stile fluido della scrittrice che rendono la lettura piacevole e scorrevole. Un buon libro, dalla trama un pò scontata, ma con degli spunti interessanti.

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Titolo originale: Misión Olvido
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sabato 2 novembre 2013

I TERRIBILI SEGRETI DI MAXWELL SIM - Jonathan Coe

Bah, questo il primo pensiero al termine della lettura de "I terribili segreti di Maxwell Sim". Un senso di perplessità dato da una parte dal finale scelto da Coe e dall'altra dal fatto che mi aspettavo qualcosa di diverso. A differenza degli altri romanzi dell'autore inglese che avevo letto in passato questa sua opera non è corale, tutta l'attenzione è concentrata sul protagonista, commesso viaggiatore di spazzolini ecologici. Non che questo sia un male o che Coe non sia in grado di gestire un solo personaggio, è che non me lo aspettavo. Per quanto riguarda il finale invece, quello non mi è proprio piaciuto. Non voglio rovinarvi la sorpresa e il piacere (o dispiacere) di scoprire da soli come terminano le avventure di Maxwell, vi dirò solo che è uno di quei finali eterni che sembrano non arrivare mai e quando questo arriva si ci sente presi un po' in giro. Perplessità è stato quindi il primo sentimento che mi ha suscitato questo romanzo. Ho preferito però aspettare prima di scrivere questa recensione, perché sotto sotto sentivo che c'era altro. Tema principale è la scoperta di se stessi per rimettere insieme i pezzi della propria vita e imparare a relazionarsi con gli altri. Il viaggio di Maxwell attraverso l'Inghilterra per raggiungere le isole più a Nord dell'isola, è in realtà un viaggio dentro se stessi e dentro il proprio passato. E proprio la visone distorta del passato e di certi episodi della propria vita che Maxwell ha e che nel corso della narrazione si svelano per quello che sono stati veramente, è forse l'aspetto che più mi ha fatto pensare. Ognuno di noi ha dei ricordi di certi episodi del proprio passato, episodi magari anche importanti che hanno segnato la propria vita, che in realtà non sono veri. Sono solo i nostri ricordi mediati dalla nostra prospettiva e da ciò che ci abbiamo costruito intorno. E la vita di Maxwell è segnata da diverse situazioni di questo tipo. Solo quando riuscirà a mettere insieme i pezzi e vedere questi episodi nella loro totale interezza riuscirà a riprendersi la sua vita. Insomma, a parte il finale che continuo a non apprezzare per niente, è un romanzo che lascia diversi spunti, oltre ad essere ben scritto. ma questo è ormai dato per scontato visto che si parla di Coe.

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Titolo originale: The Terrible Privacy of Maxwell Sim
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