Sono pagine piene di malinconia quelle che compongono il romanzo di Ishiguro. La malinconia di chi, dopo aver dedicato tutta la propria vita al lavoro, si trova a stilare il bilancio di quello che è stata la sua esistenza, rendendosi conto di quanto può avere perso. La forza di Quel che resta nel giorno è soprattutto nella capacità dell'autore di trasmettere al lettore quelli che sono i sentimenti del suo protagonista, non descrivendoli in maniera diretta, ma facendoci entrare nel suo mondo e nel suo ambiente. Tutto in questo romanzo è crepuscolare e malinconico a partire dal paesaggio della campagna inglese che fa da sfondo al viaggio del personaggio, fino alla dimora in cui ha lavorato per tanti anni che ha ormai perso i fasti di un tempo.
Sicuramente Ishiguro non ci presenta un personaggio piacevole a cui si ci può facilmente affezionare, anzi più volte nel corso della lettura si sarebbe tentati di prenderlo a schiaffi per scuoterlo e vederlo muoversi seguendo quelli che sono i suoi sentimenti e non il suo senso del dovere. Ma è proprio questo lo scopo che l'autore voleva raggiungere, invitare i suoi lettori a riflettere sulla propria vita per non sprecare se non tutto almeno quel che resta del giorno.
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