domenica 27 febbraio 2011

LA SIGNORA DELLE CAMELIE - Alexandre Dumas

Quello di Dumas figlio è un romanzo "estremo". Non ci sono vie di mezzo, quando si parla di amore è passione bruciante, quando si parla di ragione è freddo calcolo. La Signora delle camelie è una donna ancora molto attuale, in una società come la nostra che si suppone lontana anni luce, in fatto di costumi, da quella parigina di metà '800. Nell'era di Sex and the City, torme di "mantenute" come la bella Marguerite Gautier si guadagnano il loro posto nella società, ricevendo, in cambio dei loro servigi, compensi forse diversi da quelli elargiti all'epoca ma provenienti sempre dallo stesso tipo di clienti: ricchi facoltosi, tendenzialmente anziani.
Forse la cosa che davvero è cambiata è la possibilità per gli innamorati di realizzare il loro sogno senza troppi timori di essere ostacolati, come accade invece ai due amanti, la cui struggente storia, così magistralmente raccontata da Dumas, spinge alla commozione più sincera.
E' certo però che, a distanza di più di un secolo, quello che per l'anziano era un mezzo per contrastare la solitudine e la decadenza della vecchiaia e per il giovane un modo di godere di amore a buon prezzo senza passare attraverso le pastoie della società, al giorno d'oggi sembra essere diventato solo e soltanto un espediente per illudersi e illudere di essere importanti, qualunque sia l'età e l'estrazione sociale. Una sorta di legittimazione: esisto perché ho qualcuno che mi ama. Pietosa autocommiserazione, quel qualcuno nutre più affetto per le banconote che per chi le possiede, dove stia l'ipocrisia non è così scontato.
Resta un'aridità di fondo, ben lontana dalla febbrile passione di due innamorati. Chi gode di una simile gioia è portatore della vera bellezza dell'animo umano ma si pone suo malgrado sotto la minaccia di una comunità alla costante ricerca dell'ordine, incapace di accettare incontrollate pulsioni. Simili energie devono necessariamente essere incanalate e, se possibile, sostituite con surrogati come il lavoro, il potere, la ricchezza, la reputazione.
Quando tuttavia giunge il momento di tirare le somme, tutti i nostri sforzi si vanificano di fronte al manifestarsi della nostra vera natura, costringendoci ad ammettere come solo uno, nelle sue varie forme e misure, è il sentimento che rende una vita degna di essere vissuta, che può, per chi crede, redimere agli occhi di Dio una vita di peccati: solo e soltanto l'amore.

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sabato 19 febbraio 2011

LA REGINA DELLA CASA - Sophie Kinsella

Non sono un'appassionata di Sophie Kinsella e non avrei mai letto "La regina della casa" se non fosse che mi è stato caldamente consigliato. Bisogna ammettere che lo stile della Kinsella è divertente e piacevole e in questo romanzo ci sono alcuni momenti veramente esilaranti ma, tolto questo, rimane ben poco. La storia è trita e ritrita, i personaggi insulsi e degni dei peggiori romanzi rosa.
Non riesco a capire per quale motivo quest'autrice riscuota così tanto successo tra le donne, considerati gli stereotipi su cui basa i suoi romanzi. Consigliato solo se proprio non sapete come passare due ore del vostro tempo.

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sabato 5 febbraio 2011

BEN HUR - Lew Wallace

Quella di Ben Hur è una storia epica con la "E" maiuscola. Una di quelle storie che partono da lontano, come un temporale e poi si avvicina, cresce lentamente, si gonfia, fa quasi paura ma allo stesso tempo affascina, attrae, la si vuole assaporare, si pregusta il momento in cui esploderà in tutta la sua forza ma senza fretta, per avere il tempo di assorbire ogni dettaglio fino all'esaltazione finale. Quella narrata dal "generale" Wallace è una vicenda appassionante, fatta di personaggi straordinari, intensi, in grado di catturare e scatenare emozioni, di portare a gioire per essi, di fremere e commuoversi per essi. Sarà la forza del dramma, l'eroismo delle gesta, l'ambientazione in quello che si può considerare uno dei momenti storici più affascinanti e misteriosi, se non il più affascinante e misterioso della vicenda umana. Sarà per tutte queste cose insieme, Ben Hur è un romanzo da leggere e rileggere, per ritrovarsi ogni volta immersi in una grande storia, di quelle che fanno sognare.

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Guarda il trailer del film di William Wyler ispirato al romanzo (in lingua originale):

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mercoledì 2 febbraio 2011

PASTORALE AMERICANA - Philip Roth

Tutti quanti guardiamo all'America come il luogo dove ogni cosa è possibile. Gli Stati Uniti sono il paese in cui, lavorando duro e impegnandosi nella propria attività, si può solo crescere nella scala sociale e aumentare il proprio benessere. Ma a quale prezzo? Questo è ciò che si chiede Roth in Pastorale Americana.
Protagonista del romanzo è lo svedese Symeour Levov, alto, biondo, affascinante giovane di successo con la scuola e le donne. Eredita dalla sua famiglia la fabbrica di guanti, frutto del lavoro di due generazioni, e ci si impegna con tutto se stesso, non perché sia quello che vuole, ma perché è quello che deve fare. Sembra tutto perfetto nella sua vita, una bella casa, un'attività ben avviata, una famiglia serena. Ma la ricerca della felicità rischia di lasciare sul terreno delle vittime. Chi non riesce ad integrarsi in questo meccanismo ne rimane stritolato o prova ad opporsi attraverso atti violenti, destinati al fallimento. Come accade alla figlia dello svedese, il quale vede andare in pezzi le sue convinzioni e prova senza successo a tenere in piedi la propria famiglia e i suoi affetti, costruiti con tanta fatica.
E' un romanzo duro e spietato, che ci ricorda che non è tutto oro ciò che luccica e che è inutile provare a scappare o a nascondersi dai propri drammi, poiché questi ci troveranno comunque.

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