domenica 30 agosto 2009

KAPUTT - Curzio Malaparte

Osservare il proprio operato con occhio critico è forse una delle cose più difficili, soprattutto quando dobbiamo soffermarci sull'espressione della parte oscura del nostro animo. Tanto più tentiamo di rifuggire gli incubi del nostro passato tanto più essi torneranno ad assillarci. E` la nostra coscienza che pretende attenzione e non basta far finta di non ricordare o, peggio ancora, negare i fatti per cancellare la Storia.
Kaputt non impone nulla al lettore, la sua è una forma più simile a quella del documentario che del romanzo, si limita a raccontare ciò che è avvenuto durante gli anni della seconda guerra mondiale, attraverso gli occhi di un uomo che ha scelto di non combattere la guerra ma di osservarla da vicino. Curzio Malaparte, come una sorta di inviato del fronte, va in giro per mezza Europa, passando per i villaggi bruciati e le città semi abbandonate. Il suo distacco, il suo sforzo di restar fuori dai giochi, tentando il più possibile di mantenere una seppur difficile libertà di movimento, gli permette di vivere con obiettività quanto accade intorno a lui. Non ci risparmia nulla di quei giorni, nemmeno i momenti più feroci, più crudeli, quelli che si tenta disperatamente di dimenticare e che ci perseguitano. Malaparte li documenta, con il cinismo del cronista, con la deferenza del professionista, una sorta di becchino che, di fronte alla morte, mantiene il suo contegno ma non cede al dolore o alla disperazione.
Solo la pietà trova spazio nel suo cuore, pietà per un genere umano completamente immerso nelle proprie ideologie assolutiste, talmente imbevuto di esse da non rendersi conto che lo manderanno “kaputt”, che lo porteranno alla rovina. Curzio Malaparte accompagna i propri simili in questo doloroso cammino, soffrendo non tanto per le atrocità commesse sul momento ma sulla terribile colpa e vergogna che peseranno su di essi per molto tempo, forse per sempre.

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venerdì 14 agosto 2009

LA FORTUNA NON ESISTE - Mario Calabresi

In questo periodo in cui la crisi sta colpendo il mondo viene naturale interrogarsi su cosa succederebbe se toccasse a noi cadere, su cosa potremmo fare per ricominciare e rialzarsi. A questo interrogativo cerca di rispondere Mario Calabresi, neo direttore de La Stampa, nel suo nuovo libro La Fortuna non esiste.
In questa opera, Calabresi ci presenta le testimonianze di uomini e donne, incontrate da lui durante la campagna elettorale di Barack Obama in qualità di corrispondente di Repubblica. Egli ci racconta di come queste persone hanno saputo ricostruirsi una vita dopo che la crisi gli aveva portato via il lavoro o la casa oppure dopo che, a causa della guerra, magari menomati fisicamente, erano ritornati in un paese cambiato, dove non c'era più nulla della loro precedente vita.
Noi italiani abbiamo la tendenza a pensare che nella vita ci voglia fortuna, con i suoi racconti Calabresi prova a convincerci del fatto che non è così, la fortuna non esiste e tutto dipende esclusivamente da noi e dalla nostra capacità di resistere, di metterci in gioco e di trovare in noi le giuste risorse. E' questo poi ciò che caratterizza il sogno americano.
Si tratta di un libro positivo, ottimista sebbene la maggior parte delle storie che ci vengono presentate abbiamo come sfondo il degrado, la povertà e le difficoltà di questo periodo.
E' difficile non commuoversi di fronte ai personaggi che Calabersi ci presenta, così come è difficile non restare colpiti dalle descrizioni di interi quartieri abbandonati a causa dello scoppio della bolla immobiliare. Tanta commozione, ma anche una forte iniezione di fiducia, tramite le storie di persone tornate a nuova vita e l'esempio di un paese che in uno dei suoi periodi più bui riesce a scommettere su un uomo nuovo, per guardare avanti al proprio futuro.

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venerdì 7 agosto 2009

UOMINI CHE ODIANO LE DONNE - Stieg Larsson

Uomini che odiano le donne è il primo volume della Millennium Trilogy del giornalista e scrittore svedese Stieg Larsson. Si tratta di un romanzo diesel, che parte piano, ma che accelera gradualmente senza più frenare tenendo il lettore incollato alle sue pagine.
Sono due gli aspetti che rendono così avvincente questo thriller. Prima di tutto la caratterizzazione psicologica dei personaggi, originali e ben definiti, con una storia alle spalle che ne giustifica i comportamenti. E' difficile non restare affascinati dalla figura di Lisbeth Salander, una giovane haker, dark, dal carattere difficile e dal giornalista quarantenne Mickael Blomkwist che incarna in tutto e per tutto i canoni classici del genere. Molto interessante poi, almeno per noi che guardiamo sempre con una certa invidia alle nazioni nordiche, è la realtà svedese che fa da sfondo alla trama. Abituati a pensare la Svezia come patria della tolleranza e di una società equa e giusta, stupisce scoprire come siano da sempre presenti moti neonazisti e problemi di violenze sulle donne, temi di cui Larsson ha sempre scritto conducendo inchieste approfondite che lo hanno portato a ricevere continue minacce da gruppi di naziskin e organizzazioni similari. E proprio la violenza sulle donne è il filo conduttore di tutto il romanzo, non solo per la presenza di donne maltrattate e abusate, ma anche per la scelta dell'autore di iniziare ogni capitolo con dati statistici relativi a questa problematica.
Si tratta di una lettura avvincente consigliata a chi ama il genere e cerca una trama solida in grado di mantenere vivo l’interesse, ma anche a chi cerca, attraverso un romanzo, di conoscere realtà diverse.

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Guarda questo speciale di Rai Storia sulla Millennium Trilogy:


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