giovedì 22 settembre 2011

FOLLIE DI BROOKLIN - Paul Auster

Un senso di leggerezza e di felicità. Ecco quello che si prova giunti al termine della lettura di "Follie di Brooklin" di Paul Auster. Ed è strano perché sia le premesse che l'epilogo delle vicende raccontate avrebbero potuto portare a ben altre sensazioni. Il libro si apre infatti con la decisione del protagonista, Nathan Glass sessantenne in pensione con un brutto male alle spalle, di tornare a Brooklyn, sua città natale, col preciso intento di trovare un posto tranquillo per morire.
Ma il destino ha in serbo per lui una strada ben diversa, fatta di incontri, coincidenze e persone.
La narrazione diventa così un susseguirsi di vicende e di incastri che celebrano la vita e i suoi valori fondanti: amicizia e amore, in qualunque forma. Auster, in questa opera, mette insieme tutti quelli che sono i suoi ideali e le sue passioni: la letteratura, l'amicizia, New York. L'amore che l'autore prova per la sua città traspare in maniera limpida dalle sue descrizioni, in grado di renderla familiare anche a chi non l'ha mai vista. Il finale, con la tragedia dell'11 Settembre appena accennata, crea una sorta di sospensione, come a voler segnare un prima e un dopo, quasi a voler ricordare al lettore che New York e i suoi abitanti non sono rappresentati da quella tragedia ma dalla loro forza vitale.
Un gran bel libro a cui non è possibile non affezionarsi.

Ulteriori informazioni su Paul Auster
Titolo originale dell'opera: The Brooklyn Follies
Acquista Follie di Brooklin di Paul Auster
Continua...

domenica 11 settembre 2011

LA FINE DELL'ETERNITA` - Isaac Asimov

La fantascienza basata sui viaggi nel tempo, come quella narrata ne La fine dell'eternità, è un'arma a doppio taglio. Da una parte c'è la curiosità di rivivere il passato o il fascino irresistibile dello scoprire il futuro, dall'altra ci sono gli inevitabili "paradossi temporali" che scattano come trappole non appena si muove un passo in più del consentito. Quando gli eventi si incastrano con certi contorsionismi incomprensibili, fra passato instabile, presente incerto e futuro improbabile, la trama finisce quasi sempre col perdersi per strada, l'autore si "arrangia" proponendo soluzioni abbozzate per risolvere la storia, che quasi sempre lasciano un senso di incoerenza, di non finito. E` una materia difficile da trattare, come tentare di afferrare una saponetta.
Il buon vecchio Isaac Asimov tuttavia non si smentisce neanche questa volta e con questo "La fine dell'eternità" ci fornisce il suo viaggio nel tempo facendo addirittura un passo più in là (come dubitarne), immaginando un futuro nel quale l'uomo non solo può viaggiare nel tempo ma addirittura di tale capacità ne ha fatto una scienza, codificata e strutturata. E, sorpresa, i paradossi temporali sono conosciuti e addirittura sfruttati per modificare appositamente il corso del tempo a favore del benessere dell'umanità. Garanti di questo meccanismo sono gli Eterni, specialisti in incognito che di fatto decidono il destino dell'uomo con l'unico scopo di migliorarne l'esistenza.
Tuttavia è facile immaginare come venga presto a galla il vero nodo della questione, cioè il libero arbitrio. Come può l'uomo essere padrone del proprio destino quando qualcuno, pur con tutte le buone intenzioni, impone le proprie scelte, vanificando di fatto gli sforzi compiuti dal genere umano per migliorare se stessi? Nel momento in cui gli Eterni decidono che quel tentativo può rivelarsi pericoloso o addirittura fatale per la sopravvivenza dell'intera razza umana, essi intervengono in un preciso momento del passato, con metodo scientifico, in modo tale da modificare gli eventi futuri. Il mondo potrà così proseguire la sua avventura sereno e inconsapevole.
La domanda che si pone è: cosa è preferibile? La pace e la sicurezza di una gabbia o i rischi e i pericoli di un'esistenza libera e indeterminata?
La risposta può sembrare scontata ma il metterla poi in pratica non lo è affatto, soprattutto se la si applica alla nostra vita. Il dilemma che Asimov ci pone di fronte è più quotidiano di quanto possiamo immaginare, con in più l'aggravante delle "buone intenzioni". Sì perché, se i famosi manipolatori fossero i classici nemici brutti, sporchi e cattivi, la lotta per liberarci dal giogo verrebbe supportata anche da un legittimo senso di rivalsa nei loro confronti. Sarebbe tutto più facile. Asimov invece ci propone praticamente dei sant'uomini, sacerdoti-scienziati, intorno ai quali si è venuta a creare un'aura divina, austera che intimorisce e provoca un senso di rispetto in quei pochi "comuni mortali" che hanno il privilegio di averci a che fare.
Una volta di più, le visioni del futuro proposte da Asimov non sono banali speculazioni basate su un'idea brillante. Qualcuno potrà chiamarla fantascienza d'altri tempi, fuori moda, tuttavia gli spunti offerti da questa come da altre storie impongono riflessioni che interessano e interesseranno le generazioni di oggi e di domani. Esse partono da temi più profondi, che trascendono le questioni attuali, le paure moderne, i dubbi del giorno dopo. La finestra che Asimov ci apre con i suoi romanzi offre una vista da una posizione molto elevata e per questo ci permette di vedere più chiaro e più lontano. Come solo i grandi classici sanno fare.

Ulteriori informazioni su Isaac Asimov
Visita il sito amatoriale italiano di Isaac Asimov
Ulteriori approfondimenti su Isaac Asimov
Continua...