sabato 23 gennaio 2010

LA CITTA' DELLE BESTIE - Isabel Allende

La città delle bestie, primo libro di una trilogia scritta da Isabel Allende per i ragazzi, è il classico romanzo di formazione. Alex, protagonista della vicenda, è un giovane ragazzo americano che, per una serie di coincidenze, si ritrova a partecipare con la nonna ad una spedizione nel bel mezzo dell'Amazzonia. Lo spunto è di per se interessante: la natura incontaminata, una civiltà sconosciuta da difendere dalle brame di possesso dell'uomo moderno. Ma l'Allende si perde in risvolti assurdi, infarcendo la vicenda di immagini mistiche e figure magiche pressoché inutili allo svolgersi della vicenda.
L'intento didattico, l'intenzione di mostrare ai ragazzi d'oggi l'importanza della natura e l'aridità causata dall'eccessivo attaccamento ai beni materiali, induce la scrittrice ad adottare una narrazione di tipo favolistico che le impedisce però di approfondire i caratteri dei personaggi, rendendoli poco credibili, quasi delle macchiette.
Un buon libro per ragazzi, ma non certo per chi ama le epopee familiari e la capacità dell'Allende di creare atmosfere e personaggi indimenticabili.

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mercoledì 20 gennaio 2010

LA CASA DEL SONNO - Jonathan Coe

La casa del sonno di Jonathan Coe è un libro ipnotico in cui passato e presente si incrociano senza soluzione di continuità ma, grazie alla bravura dell'autore, senza che il lettore perda mai il filo.
La vicenda raccontata da Coe è ambientata in una casa, ora sede di una clinica di ricerche sui disturbi del sonno, in cui sono vissuti tempo addietro alcuni studenti, quando l'edificio era adibito a dimora universitaria. Proprio le storie di questi studenti e i loro percorsi personali sono l'ossatura del romanzo con continui flashback e salti temporali che ammantano il tutto di un'atmosfera di sogno.
Il tema dominante è quello dell'identità, i personaggi sono descritti in quella fase della vita dove ognuno di noi ha definito la propria esistenza in termini di lavoro, sogni e gusti sessuali. Tutti questi aspetti si presentano nei diversi personaggi e ne caratterizzano le scelte.
E' impossibile non amare questo libro, caratterizzato da una scrittura fluida e avvincente e da personaggi appassionanti e appassionati e dove i piani di lettura si intersecano rilevando sempre nuovi elementi e particolari.
Un libro da leggere e rileggere.

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lunedì 18 gennaio 2010

LA RAGAZZA CHE GIOCAVA CON IL FUOCO - Stieg Larsson

Raramente il secondo volume di una trilogia mantiene il livello del precedente. La ragazza che giocava con il fuoco, secondo episodio della Millennium Trilogy del giornalista e scrittore svedese Stieg Larsson, è l'eccezione che conferma la regola. Continua anche in questo secondo volume la critica aspra alla società scandinava, e la denuncia delle violenze di cui le donne sono sistematicamente vittime. Ma esattamente come in Uomini che odiano le donne, ciò che tiene il lettore incollato alle 750 e più pagine del romanzo, non è tanto l'opera di denuncia sociale, quanto le figure dei due protagonisti. Larsson, attraverso un ottimo lavoro di descrizione, riesce a far sì che i due personaggi riescano a materializzarsi davanti agli occhi del lettore con tutte le loro sfaccettature. Ancora più che nel romanzo precedente a dominare la scena è Lisabeth Sander che si troverà coinvolta in un'inchiesta di triplice omicidio che ci porta a scoprire il suo inquietante passato.
A Lisabeth si affianca il giornalista Mikael Blomkvist, sempre più alter ego di Larsson stesso e tutta una serie di personaggi minori ma non per questo meno delineati e significativi.
Unica pecca il finale, un po' "tirato", ma non per questo meno appassionante e avvincente.

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Guarda questo speciale di Rai Storia sulla Millennium Trilogy:


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sabato 16 gennaio 2010

IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE - John Boyne

Protagonisti del romanzo di John Boyne sono due bambini separati da un filo spinato senza capirne il motivo e senza intuire la barbarie che ha creato quel filo spinato.
Partendo dalla storia di Bruno, bambino tedesco figlio del comandante di Auschwitz, e dalla sua amicizia con Shmuel, unico altro bambino della sua età, che indossa un pigiama a righe e vive dall'altra parte del recinto, Boyne ci offre un punto di vista diverso sulla tragedia dell'olocausto. Il punto di vista dei bambini cui non interessa capire ciò che in fondo nemmeno un adulto può capire.
La scelta di rappresentare la vicenda come una favola, anche nell'impaginazione, rende maggiormente evidente il contrasto tra l'innocenza dei bambini e il terribile periodo storico a cui gli avvenimenti fanno riferimento.
Il finale inatteso e sconvolgente lascia al lettore un senso di impotenza e incredulità che ancora continua ad assalirci quando ricordiamo che il genere umano è capace di macchiarsi di tali crudeltà.

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