lunedì 27 aprile 2015

LA COLLEGA TATUATA - Margherita Oggero

La collega tatuata è il primo della serie di romanzi di Margherita Oggero con protagonista la "profia" Baudino. Iniziamo con il dire che pur essendo tecnicamente un giallo, la soluzione del caso è, a mio parere, la parte più accessoria e meno significativa del romanzo. A tenermi incollata alle pagine è stata l'assoluta simpatia provata fin dal primo momento verso la protagonista. Professoressa in una scuola superiore torinese, alle soglie dei 40 anni, che conduce un tran tran regolare con marito, figlia, cane e madre fino a quando una sua collega, per cui non nutre neanche particolare simpatia, viene uccisa. E qui spinta dapprima da un moto di curiosità e poi da una certa attrazione per il fascinoso commissario alle prese con il caso si troverà ad indagare. E' impossibile non immedesimarsi nei pensieri della donna sulla strana piega che la relazione con il commissario potrebbe prendere, così come non si può sorridere dell'antipatia verso la collega causata da futili questioni. L'altro motivo per cui leggere La collega Tatuata è Torino e la torinesità. Sono convinta che ogni città abbia una sua anima e i suoi abitanti la riflettano. La Oggero riesce perfettamente a trasmettere l'anima di Torino e di chi la abita, apparentemente riservati e un po' scostanti, in realtà curiosi e gossippari come tutti. Una lettura diivertente per qualche ora di svago.


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sabato 25 aprile 2015

FIGHT CLUB - Chuck Palahniuk

Sono sempre un po' in difficoltà quando devo dire la mia su un romanzo che è da molti considerato un cult, e Fight Club di Palahniuk lo è per moltissimi.
Eviterò quindi di girarci intorno e dirò subito che non mi è piaciuto. Probabilmente io e Palahniuk non siamo fatti l'uno per l'altro. Vorrei non venire fraintesa, la rappresentazione del disagio esistenziale profondo del protagonista, che riflette in maniera estremizzata il disagio che ognuno di noi vive, mi è chiarissimo e trovo che la strada scelta per la sua descrizione sia originale e per certi versi geniale. Non mi disturba neanche il linguaggio forte o la descrizione di scene pulp e disgustose, non ho lo stomaco debole e penso che l'estremizzazione di certe situazioni sia spesso l'unico modo per portare avanti un messaggio.
Il problema è che ho l'impressione che Palahniuk si autompiaccia del suo estremismo e che autoindulga nelle esagerazioni anche quando questo non serve. Diverse volte a mio parere l'attenzione al dettaglio forte ha fatto si che si perdesse il significato vero di quello che si stava raccontando. Peccato, perchè come detto la trama è semplicemente geniale e la rappresentazione del disagio del protagonista che deve reprimere i propri istinti per adattarsi alle convenzioni della società moderna esasperatamente competitiva sicuramente lascia il segno.

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Guarda il trailer del film Fight Club tratto dal romanzo:


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venerdì 13 giugno 2014

ELRIC DI MELNIBONE' - Michael Moorcock

Se è vero che quello di Elric è un personaggio debole e di salute cagionevole, è anche vero che, nonostante questo, il suo carisma resta indiscutibile. Quando a ciò si aggiunge la forza sinistra della spada maledetta alla quale è legato, allora diventa uno dei personaggi più "power" della fantasy di tutti i tempi.
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sabato 31 maggio 2014

TEX WILLER - Mauro Boselli

Personaggi come Tex Willer entrano di diritto nella storia del fumetto perché si sono guadagnati sul campo la loro fama. Boselli e l'editore Sergio Bonelli che introduce il romanzo, lo celebrano raccontando in forma letterale la sua vita.
Dopo anni di pubblicazioni e centinaia di numeri usciti in edicola, è naturale che alcune storie
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domenica 11 maggio 2014

LA BANDA DEGLI INSOLITI OTTANTENNI - Catharina Ingelman-Sundberg

Si è sempre portati a pensare che agli anziani non possa succedere mai nulla, se non cose tristi. Per questo motivo difficilmente nel passato si riuscivano a trovare libri che avevano come protagonisti anziani, almeno che il tema non fosse quello della caducità della vita e della solitudine degli ultimi anni. Ultimamente invece aumenta la latteratura leggera che pone come protagonisti anziani allegri e brillanti che cercano di affrontare al meglio la vecchiaia e che si cimentano ogni giorno in nuove avventure. La banda degli insoliti ottantenni della svedese Ingelman-Sundberg rientra in questo filone. Protagonisti sono 5 arzilli vecchietti che vivono in una casa di riposo. Lo spunto che da il là alla vicenda è molto originale e divertente. Guardando un documentario sulle carceri svedesi i nostri protagonisti realizzano come le condizioni di vita dei detenuti, siano meglio di quelle del loro ospizio, perchè quindi non organizzare un furto e farsi arrestare? Da qui partono le rocambolesche avventure di questi improvvisati ladri, talmente poco plausilibili come delinquenti da riuscire organizzare un furto quasi perfetto senza che nessuno possa lontamente sospettare di loro. Questo spunto permette all'autrice di riflettere in maniera leggera su temi quali la solitudine degli anziani, l'amore in età avanzata, l'abbandono da parte dei figli. Il romanzo ha un unico difetto ma che purtroppo penalizza la sua letteratura: ha 50 pagine di troppo! Il finale è infatti un po' troppo tirato per le lunghe e si perde un pò l'ironia e la verve iniziale. Nel complesso rimane un buon romanzo, divertente e adattato ad una bella giornata di riposo. 

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Titolo originale: Kaffe med rån 
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mercoledì 26 marzo 2014

IL SOGNO PIU' DOLCE - Doris Lessing

Sono punti di vista interessanti quelli offerti da Doris Lessing sulla società inglese degli anni '60 e non solo. Una casa che svolge soprattutto la funzione di rifugio, il punto di incontro di persone vicine per certi aspetti, distanti per altri: legami parentali, affinità sentimentali, idee politiche, estrazione sociale.
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domenica 16 marzo 2014

NEL NOME DELLO ZIO - Stefano Piedimonte

Una risata vi seppellirà! Probabilmente per seppellire la criminalità organizzata una risata non è sufficiente, ma ridicolizzare certi aspetti può aiutare a rendere il male meno spaventoso e a far capire quale sia la vera natura degli uomini che compongono queste organizzazioni. Questo è quello che prova a far Stefano Piedimonte ne "Il nome dello zio", con risultati direi ottimi. Lo zio è uno spietato capo clan camorrista che a un certo punto viene tradito da qualcuno all'interno dell'organizzazione ed è costretto alla latitanza. I suoi uomini hanno però bisogno di entrare in contatto con lui, e provano a farlo sfruttando una sua debolezza, non vi rivelo quale essendo il fulcro centrale della vicenda. Il risultato è veramente esilarante e molto comico. La forza di Piedimonte però sta nella capacità di usare la risata per far riflettere, la ridicolizzazione per far capire i meccanismi alla base dell'organizzazione criminale, la caricaturizzazione per spiegare a chi non è mai venuto, per sua fortuna, in contatto con quoto ambiente quanto possa essere crudele. E quello che rimane alla fine, al di là dei momenti di divertimento, e la denuncia e un po' di perplessità su come sia possibile che a uomini così, spesso mediocri, senza alcuna particolare cultura e non certo dotati di particolari poteri, sia stato permesso di prendere in mano un intero territorio e il controllo sulle vite di intere popolazioni. Mostrarli per quello che sono, per quanto tirato all'eccesso per necessità narrative, lascia una speranza sul fatto che siano in qualche modo battipali.

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