lunedì 30 dicembre 2013

WE ARE FAMILY - Fabio Bartolomei

Avete presente come vi sentite dopo aver mangiato un pezzo di cioccolata quando vi sentite un po' giù di corda? La lettura di We are Family di Bartolomei mi ha dato lo stesso senso di benessere e di felicità. Attenzione però, non è un romanzo per tutti, bisogna essere pronti e avvicinarsi con il giusto spirito, per godere appieno dell'opera di Bartolomei bisogna aver voglia di tornare bambini, aver voglia di giocare senza preoccuparsi di sporcarsi o di sudare, insomma bisogna essere un pò sognatori. Protagonista è Al Santamaria ragazzino dall'intelligenza supersviluppata, secondogenito in una famiglia con difficoltà economica nel pieno degli anni 70. Questo se lo si guarda con occhi da adulti, quegli adulti che si sono dimenticati di essere stati bambini. In realtà Al è un bambino con dei superpoteri in grado di salvare il mondo cominciando a rendere felici le persone che gli stanno accanto. E' questa diventa la missione della sua vita rendere felici le persone per lui importanti, perchè per salvare il mondo bisogna cominciare dallle cose piccole. We are family ricorda a tutti l'importanza della famiglia, come insieme si possano superare le difficoltà con un sorriso e con un po' di sana ironia. Ma non è solo Al ad essere semplicemente fantastico, tutti i personaggi che Bartolomei ci presenta sono difficili da dimenticare: i suoi genitori che nonostante le difficoltà continuano a giocare con i loro figli, Vittoria, sua sorella più grande, che si rivelerà essere per Al una compagna fidata e un porto sicuuro. Insomma assolutamente da leggere.

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venerdì 27 dicembre 2013

IL GUSTO PROIBITO DELLO ZENZERO - Jamie Ford

Il pregio principale del romanzo di Ford è quello di portare alla ribalta un pezzo di storia di cui si parla molto poco. Durante la seconda guerra mondiale nei già civilissimi Stati Uniti tutti i giapponesi residenti sul territorio furono deportati in campi di lavoro, sottratti alle loro case e ai loro oggetti. Non è un episodio storico di cui si parla molto, ricordo solo un film di Alan Parker, Benvenuti in Paradiso, di qualche anno fa. Jamie Ford, americano di origini cinesi, prende spunto nel raccontarci la vicenda dai racconti ascoltati da suo padre che in quel periodo era costretto ad indossare, come il protagonista del romanzo, un distintivo con su scritto Io sono cinese, per distinguersi dai giapponesi statunitensi. Per mantenere uno sguardo distaccato ed evitare giudizi di sorta l'autore sceglie di raccontarci questo periodo storico attraverso gli occhi di due ragazzini, giapponese lei e cinese lui, che si conoscono a scuola e pian piano vedono trasformare la loro amicizia in un tenero amore. Questo taglio fa si che nonostante la drammaticità dell'evento si mantenga un tono di speranza, anche nelle difficoltà l'amore e l'amicizia possono prosperare ed essere di aiuto. Leggendo il romanzo, anche se questo non era probabilmente lo scopo dell'autore, viene naturale porsi delle domande e fare delle riflessioni su quali elementi determinano che una persona venga riconosciuta come straniera. Essere nata in un luogo, parlarne la lingua, conoscerne le tradizioni e la cultura non dovrebbero essere elementi sufficienti a far si che quella persona non venga più considerata straniera? Ho trovato straziantamente attuale la situazione della giovane protagonista che per i giapponesi non è più considerata tale, ma per gli statunitenensi era ancora a tutti gli effetti lo straniero, il nemico addirittura.
Un buon romanzo che guarda al passato, ma che ci aiuta a riflettere anche sui giorni nostri.

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Titolo originale: Hotel on the Corner of Bitter and Sweet
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giovedì 26 dicembre 2013

CON TE FINO ALLA FINE DEL MONDO - Nicolas Barreau

Il successo di certi romanzi, mi lascia sempre un po' perplessa. Con te fino alla fine del mondo non è una brutta storia, è scritta decentemente, i presonaggi non sono eccessivamente stereotipati, ma è tutto qui. La storia non è brutta certo, ma è decisamente banale. Un uomo riceve una lettera d'amore da un'ammiratrice segreta di cui conosce solo l'indirizzo email e cominciano una schermaglia amorosa a distanza. A me ha ricordato C'è posta per te", ma è un tema trattato in numerosi altri film e romanzi. I personaggi sono simpatici e credibili, ma chiuso il romanzo niente che rimanaga troppo a lungo nella memoria. Lo stile è piacevole e la lettura scorre via facile facile. Insomma carino, ma niente di che. Eppure questo romanzetto ha venduto parecchio in giro per il mondo. Il marketing ha sicuramente aiutato, ma non può essere solo questo. Probabilmente sono due gli elementi che hanno contribuito al suo successo. Da una parte c'è il fascino del corteggiamento old style attraverso scambi arguti e con l'utilizzo del supporto cartaceo. Quanti di noi hanno ricevuto recentemente una lettera, valgono anche le e-mail, d'amore? E' qualcosa che ormai risale ai corteggiamenti tra adolescenti sui banchi di scuola, e non sono neanche così sicura di questo. Da una parte c'è quindi il fascino, soprattutto per il pubblico femminile, del corteggiamento vecchia maniera. Dall'altra c'è Parigi. Perchè se tutto il resto all'interno el romanzo non spicca particolarmente, l'ambientazione Parigina è semplicemente perfetta, descritta talmene bene dall'autore da continuare a respirarne l'aria anche mentre si sta facendo altro.
Un buon libro, non memorabile, per qualche ora di piacere a zonzo per la Ville Lumière.

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Titolo Originale: Du findest mich am ende der Welt
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lunedì 9 dicembre 2013

EUROPA MOLTO AMORE - Giorgio Scerbanenco

Oggi se volete viaggiare per l'Europa è sufficiente comprare un biglietto aereo (spesso la parte più complicata è proprio quella di orientarsi tra le diverse offerte e tra i vari balzelli aggiuntivi), avere la carta di identità non scaduta (non vale proprio per tutti i paesi europei, ma quasi) e partire. Nessuna dogana, nessun controllo da parte della polizia frontaliera. Viaggiare tra le diverse nazioni, da una parte grazie alle compagnie low cost e dall'altra grazie al trattato di Shengen, è ormai diventato semplice e considerato da tutti normale. Da una parte questo ha permesso a sempre più di scoprire i paesi intorno a noi, ma dall'altra ha fatto perdere un po' di fascino all'idea del viaggio. Non è sempre stato così però, anche se molti di noi o non lo hanno vissuto o lo hanno completamente scordato. C'è stato un tempo, neanche così lontano, dove anche solo per entrare in Francia si veniva sottoposti al controllo dei documenti e dove viaggiare non era alla portata di tutti. Un viaggio in un paese straniero era sempre un'avventura. La lettura di Europa Molto Amore di Scerbanenco ci riporta ai quei tempi, la sensazione è come quella di immergersi in un negozio vintage riscoprendo capi di cui si era completamente dimenticata l'esistenza. Si tratta di un'opera minore dello scritto ucraino trapiantato a Milano, il poliziesco non è accentuato e l'indagine è pressochè inesistente. Quello che veramente colpisce eè riscoprire come fosse l'Europa negli anni 60 e come potesse essere così complicato muoversi al suo interno. Ancora di più, poi, se a viaggiare sono due ragazze sole, un pò ingenue per quanto convinte del contrario, che si trovano a fuggire da una vicenda troppo più grande di loro. L'altro punto di estrema originalità, e questa volta voluto dall'autore e non causato dal passare del tempo, è il rovesciamento dei ruoli: le due ragazze viaggiano e i loro uomini le aspettano preoccupandosi e stando in asia per loro. Come sempre una lettura piacevole, ma su Scerbanenco penso di essermi già espressa positivamente più volte, un'immersione in un mondo e in una società ormai completamente cambiati. Un bel tuffo nel passato insomma.

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