sabato 20 marzo 2010

MOON PALACE - Paul Auster

Protagonista in Moon Palace di Paul Auster è il viaggio.
Il viaggio, tema tipico della letteratura americana, segna infatti il destino di tutti i personaggi del romanzo. Quello principale è M.S. Fogg, giovane studente che si ritrova, dopo una serie di peripezie, a mettersi al servizio di Thomas Effing, un ottuagenario costretto sulla sedia a rotelle, pieno di fissazioni e di strani ricordi. Sarà proprio per seguire questi ricordi che si ritroverà coinvolto in un viaggio che lo cambierà per sempre.
La prima parte del romanzo fa veramente ben sperare, la figura dello zio che lascia in eredità ben 1492 libri al nipote è di quelle che incanta e affascina. Ma man mano che la storia prosegue l'intreccio diventa sempre più paradossale e le coincidenze che portano i personaggi ad incontrarsi quasi incredibili.
E' chiaro l'intento dell'autore di evidenziare l'importanza del destino nella nostra esistenza e mostrare ai lettori come eventi insignificanti possono condurre a conseguenze che cambiano la vita. Ma nel tentativo di seguire questa idea si lascia spesso prendere la mano.
Auster dà molta importanza al potere della parola scritta. L'immagine del protagonista di Moon Palace che vende i libri per procurarsi del cibo, ma prima di farlo li legge tutti, li divora come se fossero quelli a dargli il reale sostentamento, rappresenta il valore della letteratura per Auster. Anche in questo caso però, nel tentativo di far arrivare al lettore questo concetto, infarcisce il suo romanzo di racconti e testi scritti assolutamente improbabili e di nessun aiuto allo svolgersi della storia.
Quella che si salva è la capacità di scrivere di Auster, con poche parole e dialoghi stringati riesce a delineare personaggi e ambienti in maniera molto vivida.

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lunedì 8 marzo 2010

CHE LA FESTA COMINCI - Niccolò Ammaniti

In Che la Festa Cominci Ammaniti prova a tracciare un ritratto grottesco dell'Italia di oggi. Per farlo ambienta la vicenda a Villa Ada durante l'evento mondano dell'anno a cui partecipano i tipici personaggi che invadono i nostri media: calciatori, politici da quattro soldi, faccendieri, veline e cantanti. L'idea è sicuramente buona, e l'inizio del libro è fulminante. Ma con il procedere delle pagine, tutte le aspettative vengono deluse. Il racconto si trasforma in una versione delirante di Jurassik Park senza verve ironica e talmente ridicolo da non essere neanche più grottesco.
Come sempre la scrittura di Ammaniti è di alto livello, il libro è scorrevole e si fa leggere. Peccato però che questa volta non ci sia niente non solo della poesia ma anche del realismo dei suo romanzi migliori.

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mercoledì 3 marzo 2010

SCINTILLE - Gad Lerner

La cosiddetta "questione" mediorientale è talmente intricata da richiedere uno studio approfondito. Gad Lerner, nel suo Scintille, ci prova non analizzando testi e documenti bensì attraverso la ricerca delle proprie origini. Dando ascolto a un'intima necessità, quella di fare chiarezza nel passato della propria famiglia, tenta di dare un nome e una collocazione ai luoghi nei quali hanno vissuto nonni e genitori, giungendo a visitarli di persona, a respirarne l'atmosfera, a coglierne se possibile l'essenza.
Ne emerge un affresco così variopinto da essere disorientante, non è facile infatti districarsi fra i molti nomi che hanno fatto la loro comparsa nella vicenda umana dei Lerner e soprattutto fra le numerose città nelle quali hanno vissuto. Ma ciò che fa di quest'opera un lavoro interessante non è tanto il racconto delle storie familiari, sulle quali peraltro Gad Lerner si sofferma per il tempo strettamente necessario a dare un filo logico al racconto, quanto il tentativo di dare una misura alla forza con la quale le vicende storiche del secolo scorso hanno influito su di essi.
Per una famiglia ebraica la cui esistenza si dipana nel corso di un secolo dai lussureggianti paesaggi libanesi alle grigie lande ucraine, il confronto con gli anni dell'olocausto prima, con lo stato israeliano dopo e la questione palestinese adesso, è inevitabile. Gad e il ramo della famiglia da cui proviene, hanno avuto la possibilità, per una serie di circostanze, di vivere questi momenti storici distanti dai luoghi in cui avvenivano, sia geograficamente che psicologicamente. Ed è proprio questa casualità che permette a uno dei giornalisti più conosciuti del nostro paese di porsi domande, di togliersi curiosità, di fare valutazioni nel modo più obiettivo possibile o comunque più obiettivo di quanto sarebbe lecito aspettarsi da chi ha visto plasmare il proprio passato dalle tragedie di un secolo della cui follia ci portiamo ancora appresso dolorosi strascichi.

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