In Che la Festa Cominci Ammaniti prova a tracciare un ritratto grottesco dell'Italia di oggi. Per farlo ambienta la vicenda a Villa Ada durante l'evento mondano dell'anno a cui partecipano i tipici personaggi che invadono i nostri media: calciatori, politici da quattro soldi, faccendieri, veline e cantanti. L'idea è sicuramente buona, e l'inizio del libro è fulminante. Ma con il procedere delle pagine, tutte le aspettative vengono deluse. Il racconto si trasforma in una versione delirante di Jurassik Park senza verve ironica e talmente ridicolo da non essere neanche più grottesco.
Come sempre la scrittura di Ammaniti è di alto livello, il libro è scorrevole e si fa leggere. Peccato però che questa volta non ci sia niente non solo della poesia ma anche del realismo dei suo romanzi migliori.
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