venerdì 25 aprile 2008

IL CLIENTE - John Grisham

Le istituzioni esistono per dare alla società delle regole e per farle rispettare. Fra esse ci sono le Forze dell'Ordine e la Magistratura che devono costituire un riferimento per il cittadino, in tutte quelle situazioni in cui un diritto previsto dalla Costituzione gli viene negato. Questo presuppone che fra il cittadino e l'istituzione esista la possibilità di parlarsi, di capirsi, requisito necessario per giungere alla reciproca fiducia.
Nel momento in cui il cittadino ha bisogno dell'istituzione, questo meccanismo spesso stenta a mettersi in moto. Nella sua spasmodica ricerca dell'obiettività, l'istituzione diventa prigioniera delle sue stesse regole e non riesce più a distinguere colui cui viene negato un diritto da colui che lo nega agli altri infrangendo la legge. L'istituzione diventa un gigante cieco e sordo, possente sì ma incapace di scendere a terra e rivolgersi a chi ha bisogno di essa. Ecco allora che il cittadino sprofonda in una solitudine che, quando si trova in una situazione in cui è a rischio la sua stessa vita, può spingerlo nel baratro della disperazione.
In questo libro il cittadino che ha bisogno della Legge è un bambino, il “cliente” appunto di un coraggioso avvocato che, vuoi per istinto, vuoi perché conosce molto bene i difetti di quel gigante di cui ella stessa è un ingranaggio, prende le difese di Mark, il piccolo e combattivo protagonista del romanzo, tentando di proteggerlo da chi vuole fargli del male e da chi dovrebbe proteggerlo a sua volta ma non riesce a farlo perché troppo impegnato a difendere se stesso.
Grisham conosce bene la materia e sfrutta tutta la sua abilità per mettere a nudo i difetti del “sistema”, un sistema in difficoltà che fa sempre più fatica a distinguere i buoni dai cattivi.


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