domenica 14 settembre 2008

LA COSCIENZA DI ZENO - Italo Svevo

Gli usi e costumi dell'uomo cambiano nel corso della storia, la società si evolve, il pensiero umano con essa. Eppure ci sono aspetti della nostra natura che non cambiano, sono quelli più vicini al nostro lato animale, sul quale le sovrastrutture comportamentali non possono influire più di tanto.
Così, se da un lato la filosofia, il linguaggio, il generale approccio dell'uomo verso il mondo che lo circonda subisce mutamenti, lo stesso non si può dire ad esempio per i sentimenti. L'uomo contemporaneo ama esattamente come quello antico, prova odio, compassione, gioia e così via, oggi come allora. Se si scrive un racconto parlando di sentimenti, la storia narrata sarà sempre attuale. La coscienza di Zeno non sfugge a questa regola ed è per questo che mantiene tutt'ora un fascino modernissimo.
Svevo sonda la psiche umana, senza paura, scavando nel torbido del suo personaggio, cioè in noi tutti, facendone emergere i molteplici aspetti, spesso poco edificanti, per non dire imbarazzanti, a volte persino patetici. L'abilità di Svevo consiste nel rendere quella che potrebbe essere una lettura mortificante in una simpatica autocritica, grazie all'ironia pungente con cui egli descrive le gesta del nostro eroe.
Purtroppo l'ilarità non dura molto ma non certo per colpa sua. Il povero Zeno infatti, se da un lato ci diverte e intenerisce con i suoi maldestri tentativi di dare un senso alla sua vita, dall'altro ci deprime poiché col suo comportamento porta impietosamente a galla tutte le debolezze, le paranoie, le frustrazioni nelle quali, nostro malgrado, ci riconosciamo.
Svevo ci porge una mano per stringere amichevolmente la nostra ma con l'altra ci schiaffeggia sonoramente e non possiamo farci niente. Inutile nascondere le nevrosi di un uomo che anela a una vita sublimata dal compiersi degli ideali in cui ciascuno crede ma che non riesce fatalmente a staccarsi dalle bassezze derivanti dalla sua stessa natura. E` un rincorrersi disperato, più ci si tende verso l'impossibile meta, più le nostre radici ci inchiodano al nostro posto. Potremo stiracchiarci quanto vogliamo ma non potremo mai spiccare il volo, anzi corriamo il rischio di spezzarci. Da qui l'aspetto profetico di Svevo che è stato capace di vedere molto bene nel futuro dell'umanità. Si può ben dire infatti che tutto il '900 si sia svolto sulla base di questo motivo conduttore, spesso con esiti tragici, di cui ancora oggi subiamo le conseguenze.

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