giovedì 28 ottobre 2010

ACCABADORA - Michela Murgia

In sardo, «accabadora» è colei che finisce. Agli occhi della comunità, il suo non è il gesto di un'assassina, ma quello amorevole e pietoso di chi aiuta il destino a compiersi.
Ed è proprio un'accabadora la protagonista del romanzo di Michela Murgia, vincitore del Premio Campiello 2010. Dare un giudizio su questo romanzo non è facile. Il tema è sicuramente attuale. Eutanasia e testamento biologico sono discussioni aperte nella nostra società. L'ambientazione sarda è ricca di fascino e mistero. Ed è proprio nell'ambientazione il punto di forza di questo romanzo. L'autrice ci introduce a riti e tradizioni che ci appaiono ormai lontanissimi, e la Sardegna descritta sembra essere una terra mitica e lontana. Ho trovato invece poco inerenti a quanto si voleva raccontare e per certi versi eccessivi, gli eventi della parentesi torinese della protagonista. L'impressione che si ha è quella di alcuni spunti inseriti ma non chiusi. E viene da chiedersi se c'era veramente bisogno all'interno della storia di un ulteriore elemento di dramma così forte.
Quello che rimane alla fine è la fascinazione data dai riti descritti e la dolcezza del rapporto tra le due protagoniste.

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