sabato 22 giugno 2013

IL CENTODELITTI - Giorgio Scerbanenco

I racconti andrebbero letti con calma, meglio uno o al massimo due al giorno, per evitare di portarsi dietro da uno all'altro echi e sensazioni. Ma quelli raccolti nel Centodelitti di Scerbanenco sono esattamente come le ciliegie: uno tira l'altro ed è assolutamente impossibile smettere. Nel volume sono raccolti 100 racconti scritti in pochi più di 2 anni a partire dal 1963 per essere pubblicati su una rivista femminile. E sono tutti talmente belli, anche quelli appena accennati, da chiedersi come sia possibile che tutto questo sia stato partorito da un'unica penna. La bellezza di questi racconti non sta tanto nella trama, che in poche pagine spesso riesce appena da abbozzarsi, ma nella capacità di Scerbanenco di delineare, quasi come una fotografia, con pochi tratti ambienti ed emozioni. E proprio grazie a questa capacità la lettura di questi racconti diventa un viaggio all'interno della società italiana di quegli anni, da Milano a Napoli, passando per Torino e la Sicilia. Un viaggio attraverso i diversi strati sociali dell'Italia del boom dove convivono ricchezza e povertà, imprenditoria e malavita, ma in cui gli uomini e le donne soffrono degli stessi mali e sono mossi dalle medesime pulsioni. Scerbanenco, volutamente, non si sofferma tanto sulle azioni delittuose che i protagonisti dei suoi racconti compiono, ma cerca di illustrarcene le motivazioni e le cause che le hanno determinate: ansie, frustrazioni, desideri. Quasi come se il suo intento fosse quello di creare una sorta di compendio di dolori e di tristezze umane. E ancora una volta il grande maestro del noir colpisce ancora.

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