martedì 31 maggio 2011

LA STORIA - Elsa Morante

Più che un romanzo, la Storia di Elsa Morante è una lunga cronaca in forma di racconto. Non c'è una vera e propria trama, con inizio, sviluppo e conclusione, piuttosto si assiste agli eventi così come accadono, senza davvero riuscire ad intravedere la mano della narratrice, la quale riesce ad essere quasi del tutto trasparente. Si tratta di un'opera piuttosto impegnativa, sia per il peso specifico che per il tema trattato, lo spaccato di un momento storico che rappresenta uno spartiacque nel nostro recente passato, la seconda guerra mondiale. Il punto di vista è quello della gente del popolo, la più impreparata, la più indifesa, la più inconsapevole. Vengono presentati numerosi personaggi e ciascuno contribuisce a suo modo alla storia: gli anziani idealisti ma ignoranti, la madre vittima e senza difese, il figlio ribelle e individualista, il giovane sognatore sempre sconfitto, il bambino inconsapevole ed entusiasta.
Ciascuno di essi rappresenta persone che possono essere davvero esistite, poiché vivono una quotidianità che può appartenere a ciascuno di noi, seppure immerse in un contesto estremo, come quello della guerra. Possono anche essere viste come allegorie, con comportamenti che si possono rapportare ad intere popolazioni, che percorrono un cammino durante il quale evolvono, cambiando mentalità spesso loro malgrado, vedendosi costrette a fare scelte per adattarsi alle nuove condizioni in cui di volta in volta si trovano a vivere (o più ancora a sopravvivere), illudendosi di risolvere i propri problemi ignorandoli o imponendo soluzioni apparentemente efficaci e tuttavia tragicamente figlie di una scarsa lungimiranza. In particolare Elsa Morante si sofferma sulla parte di popolazione che di solito gli eventi li subisce poiché più inerte, più inconsapevole, nella quale è forse più facile leggere gli effetti dei moti della Storia.
Non c'è un personaggio al quale potersi affezionare, nessuno di essi sembra davvero padrone del proprio destino, la loro personale storia passa e va, si mescola a quella con la "S" maiuscola, portando il suo modesto contributo ma nulla più. A volte sono così tanti che la narrazione, per dare spazio a tutti, diventa dispersiva, si perde in innumerevoli dettagli per i quali ci si trova spesso a chiedersi se davvero siano necessari, desiderando invece di potersi soffermare di più sugli episodi più interessanti. Ma forse è proprio questo l'intento, nessun gesto merita di essere raccontato più di un altro, tutti vanno a far parte della Storia e quindi è necessario raccontarli tutti.
Senza dubbio è un libro ricco di spunti, sui quali riflettere, per i quali indignarsi o commuoversi. A volte, annoiarsi.

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