Quello di Baudolino, protagonista di questa gustosissima opera di Umberto Eco, si potrebbe definire un “viaggio allucinante”. Così tante sono le avventure e le peripezie affrontate dal nostro eroe, che, proprio come colui cui il protagonista racconta le proprie imprese, viene da chiedersi se sia tutto vero. E non sarebbe poi un dramma così terribile dare del mentitore a un simile cantastorie, se non fosse che gran parte delle sue vicende hanno un posto di riguardo nei grandi eventi che hanno caratterizzato l'epoca medievale ai tempi di Federico Barbarossa. Sì perché la storia di Baudolino si intreccia più volte con la Storia, quella che si impara a scuola, tanto che lui stesso, più o meno consapevolmente, finisce, se non proprio col tracciarne i solchi, se non altro a decidere la profondità e l'ampiezza di quei solchi. E` logico che poi nasca il dubbio in chi legge: chi ha scritto la Storia? Si tratta veramente di un grande fiume inarrestabile la cui corrente è talmente impetuosa che non può che essere riportata così com'è da chi la descrive? O invece è possibile che nel tempo, coloro che hanno avuto l'incarico di raccontare le gesta dei potenti, abbiano dato un resoconto più o meno influenzato dalla convenienza del momento?
Forse Eco vuole tentare di promuovere il revisionismo o forse più semplicemente vuole puntare il dito sull'unilateralità delle cronache storiche, che ne minano l'obiettività, non consentendo così a chi legge di apprendere la verità vera su ciò che è accaduto. Potremmo altrimenti scoprire che grandi personaggi non hanno poi compiuto gesta altrettanto grandi e che piccoli atti di eroismo sono stati in realtà molto più decisivi di quanto si voglia far credere.
E` il punto di vista che Eco vuole mettere in discussione, fornendone uno senza la pretesa di essere più o meno valido di un altro ma senza dubbio diverso e che quindi invita alla riflessione pur lasciando al lettore il piacere di una storia divertente e per certi versi sorprendente.
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