domenica 1 giugno 2008

L.A. CONFIDENTIAL - James Ellroy

Libro faticoso, questo. Non perché sia di difficile lettura, al contrario, lo stile di Ellroy è talmente diretto ed essenziale che è davvero alla portata di tutti. E' la trama ad essere complicata, esposta in modo non lineare, piena di salti logici, di repentini cambi di scena. Ci sono tanti di quei nomi che diventa difficile ricordarsi di chi si sta parlando in un dato momento. E gli indizi, frammentari, sparsi lungo tutta la trama, cosa che rende ancor più difficile correlare i fatti, che si susseguono velocemente. Ho trovato davvero difficoltoso capire in certi momenti cosa stesse davvero accadendo e perché, al punto che, quando i personaggi si producono in certe deduzioni o rimangono colpiti da fatti che possono dare una svolta allo svolgimento della trama, non mi resta che prenderne atto e "fidarmi" di loro, facendomi trascinare in un vortice inarrestabile fino alla fine, nella speranza che, allora, avrò capito qualcosa.
Ma non è così purtroppo, gli enigmi vengono illustrati e le soluzioni fornite senza che si riesca ad apprezzarne il senso. Rimane solo un gran frastuono, quello prodotto dai colpi di pistola, dai litigi dei vari personaggi, dagli ambienti sordidi che frequentano. Non posso sapere però se questo è quello che Ellroy intendeva mettere in evidenza. Se è così, ci è riuscito. Se invece intendeva dire qualcos'altro, temo di non averlo colto oppure di non esserci riuscito del tutto.
Provo allora ad approfondire, ad "espandere le mie sensazioni", come diceva quel tale ed ecco che emerge un senso di non-conclusione. Forse quello che Ellroy intende esprimere è la totale incapacità delle istituzioni di sganciarsi dal suo nemico, il crimine. Non solo non lo sconfigge, ci si mischia, lo alimenta, coloro che dovrebbero far rispettare le leggi sono i primi ad infrangerle. Il cinismo raggiunge livelli disperati e tutto ciò che spinge gli uomini a cercare la Giustizia sono motivazioni puramente personali. Niente idealismi, niente atti di eroismo fini a se stessi, vige la legge del più forte, in una eterna partita a guardie e ladri, dove già si sa che non ci saranno vincitori. Una visione estremamente negativa, che lascia l'amaro in bocca.
A quanto pare Ellroy, con "L.A. Confidential", ci comunica più di quanto non sembri a prima vista. Purtroppo esagera con l'intreccio, esagera con le situazioni estreme, con il linguaggio rude e volgare, esagera un po' con tutto. E si finisce col perdere il gusto della lettura, subentra un po' di noia e non si riesce ad appassionarsi a nessuno dei tanti personaggi che popolano la trama. Ma forse, anche questo era voluto. A ciascuno la scelta di apprezzarlo o no.

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