Tutti noi siamo paragonabili a un riccio. Tutti, chi più chi meno, tendiamo a costruirci intorno una corazza di aculei dietro cui nascondere la propria essenza per timore di essere giudicati o per non deludere le aspettative che gli altri hanno su di noi e sul nostro ruolo all'interno della società. Quando però si trovano le persone giuste, in grado di vedere al di là della corazza di aculei, allora e solo allora, nascono le vere amicizie.
Nel suo romanzo Muriel Barbery ci racconta di due ricci che si incontrano, di un'amicizia, a prima vista improbabile, tra la portinaia di un elegante palazzo parigino, amante dell'arte e della filosofia, e una ragazzina, intelligente ed introversa, che ha già deciso la data della sua morte.
Sono molti gli elementi che rendono L'Eleganza del Riccio una lettura piacevole. Tra questi spiccano i personaggi ben caratterizzati e in grado di rappresentare al meglio l'aridità e l'ottusità di una certa classe borghese. La presenza di una doppia voce narrante, la portinaia e la ragazzina, rendono l'intreccio del romanzo mai banale. La scrittura della Barbery è sempre molto elegante.
Nonostante questo però il romanzo non riesce ad emozionare e ad appassionare come dovrebbe a causa delle eccessive dissertazioni filosofiche, e non sempre particolarmente originali, in cui l'autrice scade e che rendono i personaggi talvolta poco credibili.
Sicuramente, una volta finito, guarderete con occhi diversi e liberi da pregiudizi la vostra portinaia e chi vi sta intorno.
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1 commento:
a me questo libro è piaciuto, mi ha lasciato una impronta positiva. I due personaggi protagonisti sono veramente eccezionali. Hai ragione tu comunque le dissertazioni filosofiche sono un pò fuori luogo.. ma si sa con i libri si è liberi.. e si può barare e saltare le pagine!
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