L'occhio del mondo è il primo volume di una saga di proporzioni monumentali conosciuta come La ruota del tempo, composta da una dozzina di romanzi, ciascuno dei quali della dimensione di circa 800 pagine. Bisogna dare atto a Robert Jordan del coraggio dimostrato nell'intraprendere un'opera di così vaste dimensioni, sia per la difficoltà nel mantenere la trama sotto controllo, sia per l'impegno in senso temporale necessario per produrla, visto che gli ha dedicato tre lustri della sua vita, senza peraltro riuscire a completarla.
La prima cosa che appare evidente, non appena ci si approccia alla lettura è l'intento dell'autore di avvicinarsi al mito di Tolkien, la cui incredibile abilità nel ricreare un mondo tanto fantastico quanto dettagliato sia sul piano spaziale che temporale, ha influenzato generazioni intere di scrittori. Robert Jordan non fa eccezione ma più di altri spinge al massimo il livello di profondità del dettaglio, costruendo un'ambientazione eccezionalmente ricca e complessa nella quale inscenare la propria storia.
Resta però un certo disappunto quando, giunti in fondo a un tomo già piuttosto voluminoso, non si sente alcun desiderio di sapere cosa succederà nei prossimi dieci. E` la delusione che deriva dallo scoprire che la cornice è più bella del quadro in essa contenuto, dall'aspettativa frustrata di una promessa non mantenuta, quella di una nuova, grande saga fantasy che reggesse il confronto con l'intramontabile Signore degli Anelli.
Purtroppo però non è così. La trama sa di già visto fin dal primo capitolo, i personaggi sembrano imitarne altri senza essere convincenti, l'eroe di turno non sa parlare al cuore del lettore e in definitiva non ci importa nulla sapere come la sua storia andrà a finire. Insomma, un vero peccato.
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